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Lunario dei giorni di scuola


Ventunesima settimana intermezzo

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Il ladro e il suo maestro
Jacob e Wilhelm Grimm


C'era una volta un uomo che voleva far imparare un mestiere al figlio; va in chiesa a domandare a Nostro Signore che cosa fosse meglio. Dietro l'altare c'era il sagrestano che dice: "Il mestiere del ladro! Il mestiere del ladro!"
Allora egli va a casa e dice al figlio che deve imparare a fare il ladro: "Glielo ha suggerito Nostro Signore". E parte con lui per cercare qualcuno che conosca il mestiere.
Cammina un'intera giornata e arriva in un gran bosco, dove c'è una casina e dentro una vecchietta.
Dice il padre: "Non conoscete per caso qualcuno che sappia l'arte del ladro"?. "Potete imparare benissimo qui, mio figlio ne è maestro".
Allora egli parla con il figlio e gli chiede se davvero sa fare il ladro. Il maestro dice: "Istruirò vostro figlio. Tornate fra un anno, e se lo riconoscerete non voglio nessun compenso, ma se non lo riconoscerete, dovrete darmi duecento scudi".
Il padre torna a casa e il figlio impara bene l'arte degli stregoni e dei ladri. Trascorso l'anno, il padre si incammina e piange, perché non sa come fare a riconoscere il figlio. Mentre va e piange, gli viene incontro un omino che dice: "Perché piangete, siete così afflitto?"
"Oh" risponde "un anno fa ho lasciato mio figlio da un ladro perché ne imparasse il mestiere; questi mi ha detto di tornare dopo un anno, e se non avessi riconosciuto mio figlio, avrei dovuto dargli duecento scudi, mentre se lo avessi riconosciuto non avrei dovuto dargli niente. Adesso ho tanta paura di non riconoscerlo e non so dove trovare il denaro".
Allora l'omino gli dice di prendere un pezzetto di pane e di andare a mettersi sotto il camino: "Là, sopra la spranga, c'è una gabbietta con dentro un uccellino che guarda fuori: è vostro figlio". Il padre va e getta un pezzo di pane davanti alla gabbia, allora viene fuori l'uccellino e lo guarda. "Oh! Sei qui, figlio mio"? dice il padre.
Il figlio è tutto contento di rivedere il padre, ma il maestro dice:
"Ve l'ha detto il diavolo, come riconoscere vostro figlio"!
"Andiamo, babbo"! dice il ragazzo. Il padre ritorna a casa con suo figlio; per strada passa una carrozza e il figlio dice: "Mi tramuterò in levriero grigio e vi farò guadagnare molto denaro".
Il signore grida dalla carrozza: "Buon uomo, volete forse vendere il cane"?
"Sì" dice il padre.
"Quanto volete"?
"Trenta scudi".
"Ehi, buon uomo, è una bella somma, ma è un cane così bello che lo prenderò ugualmente". Il signore fa salire il cane in carrozza ma, dopo aver fatto un tratto di strada, il cane salta fuori dal finestrino: non era più un levriero ed era tornato da suo padre. Se ne vanno insieme a casa. Il giorno dopo c'è mercato nel villaggio vicino e il giovane dice a suo padre: "Mi muterò in cavallo; vendetemi, ma quando mi vendete toglietemi la cavezza, altrimenti non posso più riprendere l'aspetto umano".
Il padre porta il cavallo al mercato, ed ecco arrivare il maestro del figlio che compra il cavallo per cento scudi; ma il padre si scorda di togliergli la cavezza. L'uomo va a casa con il cavallo e lo mette nella stalla. Arriva la serva e il cavallo dice: "Toglimi la cavezza, toglimi la cavezza"!.
La serva si ferma e borbotta: "Sai forse parlare"?.
Va e gli toglie la cavezza; allora il cavallo diventa un passero e vola fuori dalla porta, e il maestro diventa anche lui un passero e gli vola dietro. S'incontrano e si sfidano, ma il maestro perde, si butta in acqua e diventa un pesce. Anche il giovane si tramuta in pesce, si sfidano di nuovo e il maestro perde.
Si trasforma in pollo mentre il giovane diventa una volpe e con un morso stacca la testa al maestro. Così quello è morto e morto rimane. (...)




















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