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Lunario dei giorni di paura


Quarantunesima settimana

morteerba

 

La morte dell’erba

John Christopher

Neri Pozza ed.


(…)John aspirò una boccata dalla sigaretta. «Non voglio parlare di Ann. E non voglio avere complicazioni con lei, è chiaro? Pensavo che l’avrebbe capito da sola. A parte ogni altra considerazione, questo non è il momento per cose del genere».  «Quando si vuole qualcosa è sempre il momento di averla».  «Si sbaglia. Io non voglio niente».  Millicent rise. Poi riprese a parlare con voce bassa e un po’ rauca. «Non facciamo i ragazzini» disse. «Posso anche sbagliarmi, ma non su cose di questo genere».  «Crede di sapere meglio di me quello che penso?» «Non ne sarei sorpresa. Le dirò una cosa, Grande Capo. Se fosse stata Olivia a farle questa visita, l’avrebbe rimandata indietro subito, senza perdere tempo in chiacchiere. Poi, perché parlare sottovoce? Pensa che qualcuno si possa svegliare?» Non si era accorto di aver abbassato la voce. E riprese subito a parlare con un tono più alto. «Farebbe meglio a tornare dagli altri, Millicent».  Lei rise di nuovo. «Cosa c’è di irragionevole nel non voler svegliare la gente? Non credo che gli altri possano fare a meno del sonno come me. Lei si arrabbia con troppa facilità».  «D’accordo. Non ho nessuna voglia di mettermi a discutere con lei. Ora raggiunga gli altri e dimentichi tutto».  «Come vuole». Lasciò cadere la sigaretta e la schiacciò con un piede. «Ma prima voglio fare una prova di accensione. Se non scatta la scintilla, me ne andrò subito a dormire, come una brava ragazzina ubbidiente».  Gli si avvicinò.  «Non faccia la sciocca, Millicent».  «Che c’è di male in un bacio della buona notte?» disse lei fermandosi di fronte a John. Poi si lasciò andare tra le sue braccia. O sorreggerla o lasciarla cadere. La sorresse. Era molto più calda di quanto avesse sospettato. Si sfregò leggermente contro di lui.  «Prova di accensione soddisfacente, mi pare» disse Millicent.  Si girarono insieme al rumore di alcune pietre smosse. Una figura comparve sul terrapieno.  Pirrie batté una mano sul fucile che teneva sottobraccio. «Malgrado questo impiccio, a momenti vi sorprendevo. Non fa una buona guardia, Custance». Millicent si staccò da John. «Cosa ti salta in mente di andare in giro nel cuore della notte?» «Sarebbe fuori luogo fare la stessa domanda a te?» «Credevo che lo spettacolo a cui hai assistito l’ultima volta che mi hai spiata ti fosse bastato» disse lei con disprezzo. «O è così che ti diverti adesso?» «Le numerose ultime volte» disse Pirrie «mi sono adattato alla situazione come a un male minore. Devo ammettere che sei stata molto discreta. Un qualsiasi gesto da parte mia avrebbe reso pubblico che ero cornuto, e questo l’ho sempre voluto evitare».  «Non preoccuparti» disse Millicent. «continuerò a essere discreta».  John s’intromise. «Pirrie, tra me e sua moglie non è successo niente. E niente succederà. La sola cosa che mi interessa è portarvi sani e salvi a Blind Gill».  «La mia idea» disse Pirrie pensieroso «è sempre stata quella di ucciderla. In una società normale l’omicidio è un rischio troppo grande. Ho sempre fatto dei piani, e anche buoni, ma non li avrei mai messi in atto».  «Henry» disse Millicent, «non cominciare a fare lo stupido».  Nel chiarore della luna, John vide Pirrie alzare una mano e toccarsi il naso. Ebbe uno scatto. «Adesso basta!» Con molta calma Pirrie tolse la sicura al fucile. John sollevò la doppietta.  «No» disse Pirrie, «la abbassi. Sa benissimo che sono molto più abile di lei. Non voglio essere costretto a fare cose che non desidero».  John abbassò il fucile.  «Devo essere diventato nervoso. Stupido, vero? Ma, se voleva veramente liberarsi di Millicent, niente le impediva di lasciarla a Londra».  «Giusto» disse Pirrie, «ma non del tutto. Deve tener presente che, pur essendomi unito al vostro gruppo, l’ho fatto con tutte le riserve sull’attendibilità della storia che Buckley mi ha raccontato. Ho voluto aiutarvi a rompere i cordoni della polizia perché ci tengo molto alla mia libertà d’azione. Ecco tutto».  «Continuate pure a parlare» disse Millicent, «io torno a dormire».  «No» fece Pirrie, «resta dove sei. Esattamente dove sei». Toccò la canna del fucile, e lei si fermò di colpo. «Devo dire che ho preso seriamente in considerazione, anche se solo per un attimo, l’idea di lasciare Millicent a Londra. Una delle ragioni per cui non l’ho fatto è stata la certezza che, se fosse successo soltanto un crollo civile, Millicent avrebbe risolto la sua situazione offrendo i suoi servigi al capo della banda locale. Non mi andava di lasciarla prosperare in quella che per lei sarebbe stata una carriera piena di successi». «Perché?» «Non sono tipo da subire le umiliazioni con leggerezza. Ho istinti che qualcuno potrebbe definire primitivi. Mi dica, Custance... siamo tutti d’accordo sul fatto che non c’è più legge in questa nazione?»  «Se ci fosse ancora finiremmo tutti sulla forca».  «Esatto. Ora, se vengono meno le leggi dello stato, cosa rimane?»  «La legge del gruppo...» disse John con prudenza.  «E della famiglia».  «All’interno del gruppo. Le necessità del gruppo vengono per prime».  «E il capo della famiglia?» Millicent cominciò a ridere, nervosamente, in modo quasi isterico.  «Divertiti pure, mia cara» continuò Pirrie. «Mi piace vederti felice. Allora, Custance? L’uomo è sempre capo del suo gruppo familiare... Siamo d’accordo?» Quella logica folle poteva portare a una sola conclusione.  «Sì, all’interno del gruppo» disse John, poi ebbe un attimo di esitazione. «Qui sono io che comando. L’ultima parola è mia».  Gli parve che Pirrie sorridesse, ma nella semioscurità non riuscì a esserne certo.  «L’ultima parola è sua» disse Pirrie, battendo una mano sul fucile. «Io posso, se voglio, distruggere il gruppo. Sono un marito tradito, Custance, geloso, forse, e orgoglioso. Sono deciso a valermi dei miei diritti. Spero che non mi ostacolerà, perché non vorrei mettermi contro di lei». «Conosce la strada per Blind Gill» disse John, «ma potrebbe incontrare delle difficoltà a entrare senza di me».  «Ho un ottimo fucile, e lo so usare. Penso che troverei un buon impiego con molta facilità».  Ci fu una pausa. Nel silenzio si levò all’improvviso il trillo di un uccello. Con sorpresa John riconobbe il canto dell’usignolo.  «Allora» disse Pirrie, «mi riconosce i miei diritti?» Millicent si mise a gridare: «No! John, lo fermi! Non può fare una cosa simile... non è umano. Henry, ti prometto...» «Di cambiare vita?» fece Pirrie. «A volte queste frasi mi fanno ridere. Custance! Posso far valere i miei diritti?»  La luna illuminò la canna del fucile puntata su John. E John ebbe improvvisamente paura, non per sé, ma per Ann e i bambini. Non aveva dubbi che Pirrie fosse spietato. Si chiedeva solo fino a che punto, se provocato, sarebbe stato capace di arrivare.  «Si prenda i suoi diritti» disse.  Con voce tremante e irriconoscibile, Millicent gridò: «No! Non qui...»  Si lanciò verso Pirrie inciampando nelle rotaie. Lui aspettò che gli fosse quasi davanti prima di… (…)




















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